Bruno Tognolini e le rime scolare che servono a rimescolare la scuola e la poesia
di Valeria Lentini
La Galleria Civica di Enna ha ospitato, dal 19 al 23 aprile, la XII edizione della Festa del Libro e della Lettura. In questa occasione abbiamo intervistato il grande Bruno Tognolini, poeta, scrittore e autore Rai (suoi i programmi iconici “Melevisione” e “L’Albero Azzurro”).
- Rispetto a qualche anno fa, quando andavano in onda i programmi Melevisione e L’Albero Azzurro, che cosa chiedono adesso i bambini?
Io non so che cosa chiedono, so che cosa gli devo dare io che sono un adulto, narratore del mondo. E’ compito nostro raccontargli il mondo, e io glielo racconto… in storie e in rime! Negli ultimi anni specialmente in rime e in filastrocche. Quindi che cosa cambia rispetto al passato? Forse niente, per quanto riguarda me… Io giro le scuole d’Italia da trent’anni, incontro tutti i bambini, gli dico le mie filastrocche: loro spalancano gli occhi e le stanno ad ascoltare. Quindi forse saranno cambiate tantissime altre cose, in tutte le altre mille ore prima e mille ore dopo il mio incontro, ma durante quell’ora e mezza i bambini spalancano gli occhi e ascoltano come forse hanno sempre ascoltato quando c’è un adulto contento di dirgli il mondo e che cerca di dirglielo bene, con forme di bellezza appropriate.
- A questo proposito, ci dice qualcosa delle Rime Scolare?
Ecco! Le Rime Scolare servono per rimescolare la scuola e la poesia: vedete che c’è già un gioco di parole… Oggi le presenterò: ho preso una cofana di schede scolastiche – quelle che fanno loro sottolineando, cerchiando, scrivendo e completando – e le ho trasformate in poesie un po’ canzonatorie, ma non acide, non critiche, non severe. Canzonare è un verbo bellissimo: vuol dire prendere in giro ma con una canzone, quindi con dolcezza.
- In un’intervista rilasciata alla Rai, lei ha detto: “Le parole ben dette sono benedette”. Di che tipo di parole benedette hanno bisogno i bambini?
Di quelle di sempre, di quelle di cui sono capaci loro. La seconda parte del mio incontro farà sentire molte filastrocche dei bambini, quelle che ho registrato con lo smartphone in tutta Italia, girando. Sono filastrocche di gioco, non scritte bensì orali; ne sono venute fuori 150, bellissime, in italiano inventato, nei dialetti, nelle lingue del mondo. Quelle sono dette bene, loro le dicono bene: si sente dalla voce come son contenti di dirle! Il mondo bisogna dirlo bene ai bambini, cosicché sia benedetto. Loro ci pensano a dirlo bene, nelle loro rime orali. Quando sono i grandi che devono dirgli il mondo, devono farlo con maestria, che è semplicemente letteratura per l’infanzia, cioè letteratura con sapienza e perizia letteraria.
- Molti genitori per far svagare i bambini usano lo smartphone, ma è molto meglio un bel libro! Come facciamo a farlo capire a questi genitori un po’ troppo distratti?
Io dico sempre: storie, storie, storie… su qualunque supporto girino. Ci sono storie che girano su carta, cioè libri, e storie che girano su immagini, su fumetto, su film, su serie televisive, addirittura su videogames. Non si tratta solo di libri, ma di cose scritte bene per loro, su qualsiasi supporto girino.
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