Ennio Fantastichini, oggi la camera ardente alla Casa del Cinema
di Valeria Lentini
Dolore e incredulità: questi i sentimenti suscitati dalla morte di Ennio Fantastichini, deceduto a soli 63 anni il 1° dicembre a causa della leucemia. L’attore si trovava ricoverato all’Ospedale Federico II di Napoli. Nato a Gallese il 20 febbraio 1955, figlio di un maresciallo dei Carabinieri, Ennio Fantastichini nel 1975 si trasferisce da Fiuggi (dove il padre comandava la locale stazione) a Roma per seguire la sua vocazione e studiare recitazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica. L’esordio sul grande schermo avviene nel 1982, ma il successo plateale arriva nel 1989, quando Fantastichini interpreta magistralmente il personaggio di Tommaso Scalia nel film Porte aperte del regista Gianni Amelio. Questa interpretazione gli fa ricevere ben quattro riconoscimenti: Ciak d’oro 1991, Nastro d’argento come miglior attore non protagonista, European Film Awards come scoperta dell’anno e il Premio Felix 1991. Nel 2010 è diretto da Ferzan Ozpetek al fianco di Alessandro Preziosi, Riccardo Scamarcio ed Elena Sofia Ricci in Mine vaganti, per il quale vince il David di Donatello come miglior attore non protagonista. Commovente anche la sua interpretazione del magistrato Giovanni Falcone nella fiction Paolo Borsellino, in cui recita accanto a Giorgio Tirabassi.
La stima e l’affetto di colleghi e gente comune nei confronti di Ennio Fantastichini è ascrivibile non solo all’enorme bravura dell’attore ma anche alla personalità dell’uomo, limpida e solare. Tanti i pensieri espressi sui social per ricordare Fantastichini. Questo il ricordo di Pierfrancesco Favino: <<Volerti bene è stata la cosa più facile della mia vita. Come fossi un fratello grande, come fossi famiglia. C’eri, anche lontano, anche senza parlarti tu c’eri. Per la prima volta pensare al tuono della tua risata mi farà male. Mi manchi Ennio, mi mancherai sempre>>.
Oggi, dalle 15 alle 19.30, la camera ardente alla Casa del Cinema di Roma. <<La Casa del Cinema – spiega il direttore Giorgio Gosetti – è da sempre il luogo in cui si ritrova chi il cinema lo fa e chi lo ama. Insieme ad Angelo Barbagallo, Pietro Valsecchi, la famiglia e tanti amici che con lui hanno lavorato nei film, in televisione, a teatro, abbiamo voluto che fosse, una volta ancora, la casa di Ennio. Non per un momento soltanto di raccoglimento e di tristezza ma per un saluto caldo, affettuoso e vitale proprio come Ennio è sempre stato e come resterà nella nostra memoria>>.
Rispondi