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Che cosa c’è nel frigo dei vip? Ce lo racconta Nicola Prudente dal 14 ottobre su Raidue

di Valeria Lentini

Nicola Prudente, in arte Tinto, da anni comunica la cultura enologica con brio e precisione sia in radio (conduce Decanter su Radio 2) che in televisione (Frigo su Raidue, La prova del cuoco e Linea Verde su Raiuno). Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per curiosare sull’imminente impegno televisivo che lo vedrà protagonista.

Dal 14 ottobre torni su Raidue con il programma Frigo: quali sono le novità di questa edizione?

Questa è la terza edizione. La novità è che dopo essere stato nella prima edizione a casa degli studenti universitari fuori sede, nella seconda a casa di famiglie con bambini, la terza edizione è girata dentro casa mia. Sono io che accolgo degli amici, personaggi famosi che sono miei ospiti e mi mostrano il contenuto del loro frigorifero. Feuerbach diceva “siamo ciò che mangiamo”, ma nella società di oggi siamo soprattutto ciò che abbiamo nel frigo. Siamo abituati a vedere questi personaggi famosi sulle spiagge, in Costa Smeralda, nel Salento o in famiglia, ma nessuno sa che cos’hanno nel frigo perché è una roba proprio intima. Quindi per la prima volta apriremo il frigorifero di personaggi molto noti. Ci sarà un personal chef che li metterà alla prova ai fornelli, partendo da un piatto legato alla loro infanzia. Un piatto che loro hanno nel cuore e che verrà rivisitato in chiave internazionale grazie allo chef argentino-francese Natalio Simionato.

Nelle passate edizioni hai “sgamato” le mancate abitudini salutistiche per esempio degli studenti fuori sede… ti aspetti che i vip facciano un sacco di errori o te li aspetti un po’ più inclini a un certo salutismo?

Ci saranno quelli che già vedendoli saranno molto precisi: ma un conto è essere super attenti alla linea, un conto è esserlo nell’organizzazione del frigorifero. Non sempre le due cose combaciano. Però ti devo dire che quando ho visto i video originali dei frigoriferi delle persone a casa, sono rimasto molto colpito. Poi non ti svelo troppo! Comunque ci saranno lo sportivo, la presentatrice televisiva, il comico, la bella di turno, la show girl, la miss: ci sono varie tipologie di personaggi famosi, e ognuno con delle caratteristiche molto forti.

Dal 2003 conduci anche Decanter su Rai Radio 2: secondo te per comunicare la cultura enologica è più efficace la radio o la televisione?

Io dico sempre che la radio è più simile alla lettura, nel senso che lascia lo spazio all’immaginazione. Alla radio c’è più complicità, tant’è vero che quando mi riconoscono per il programma radiofonico c’è un affetto pazzesco: i fan mi potrebbero invitare a casa, a dormire, a cena… non c’è il selfie. Mentre il selfie è legato all’immagine e l’immagine un po’ si deteriora, è la ricerca della persona nota fine a se stessa.

Se fossi un vino?

Sarei un blend perché sono nato in Puglia, quindi un Negramaro; cresciuto in Toscana, quindi un Sangiovese; poi vivo a Roma, quindi un Frascati (ride, ndr). E avendo una moglie venezuelana, quindi internazionale, sarei un Cabernet-sauvignon: quindi un blend di vari vitigni.

C’è una ricetta a cui sei più legato e che ti ricorda i sapori dell’infanzia?

Non è una ricetta ma un piatto: essendo cresciuto in Toscana, per me la bruschetta è il piatto perfetto perché è anche il simbolo della dieta mediterranea. C’è l’olio, c’è il pomodoro, il basilico, e poi lo possono far tutti… non c’è bisogno di essere uno chef stellato!

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