Caso Charlie Gard, giovedì la nuova udienza
La vita del piccolo Charlie Gard è appesa a un filo: giovedì la nuova udienza finalizzata ad esaminare questo caso assurto ad emblema del diritto alla vita e avente come inconsapevole protagonista il piccolo inglese di dieci mesi affetto da una grave malattia rara. Nicholas Francis, il giudice che si sta occupando del caso, secondo quanto riportato dall’emittente Bbc ha detto: <<Esaminerò il caso giovedì di questa settimana e potrei essere in grado di risolverlo. Oppure no>>.
I genitori di Charlie attendono con fiducia la decisione dell’Alta Corte di Londra, chiamata a pronunciarsi dai medici del Great Ormond Street Hospital che hanno richiesto un nuovo parere dopo aver sospeso la decisione – contestatissima – di staccare la spina al piccolo. L’opinione pubblica mondiale e buona parte del mondo scientifico si sono schierati a fianco dei giovani e coraggiosi genitori: l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, centro europeo di eccellenza, ha dato la propria disponibilità ad accogliere Charlie per sottoporlo a protocolli di cura innovativi. E il Consiglio regionale del Lazio ha approvato in aula una mozione che impegna la Regione a sollecitare l’Esecutivo affinché adotti le opportune iniziative per salvare la vita a Charlie Gard. Tra le iniziative, come ha fatto sapere l’onorevole Olimpia Tarzia, c’è quella orientata alla possibilità di accogliere il bimbo inglese in strutture ospedaliere del Lazio.
Dopo l’appello a favore dei genitori da parte di Papa Francesco, che segue la vicenda con <<affetto e commozione>>, anche l’invito da parte della Conferenza Episcopale Italiana. Don Carmine Arice, Direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei e membro della Pontificia Commissione per le strutture sanitarie, ha infatti dichiarato: <<Le strutture cattoliche, come il Gemelli o il Bambin Gesù, o altre strutture simili, sarebbero ben disposte ad accogliere questo fanciullo per potergli dare vita>>. Intanto la solidarietà nei confronti del bimbo e dei suoi genitori corre anche sul web, grazie all’hashtag #charliesfight. Perché Charlie è un vero combattente, e noi tutti abbiamo il dovere di proteggere il suo diritto alla vita.
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