Taglio stipendi parlamentari. Il popolo ha fame? Che mangi brioches
Come si dice a Roma, è finita in caciara, con presunti strattonamenti e voce grossa da tutte le parti: torna in commissione alla Camera il disegno di legge sul trattamento economico e previdenziale dei membri del Parlamento. Così ha deciso l’Assemblea di Montecitorio con 109 voti di differenza: a favore del rinvio in commissione ha votato la maggioranza. Hanno votato contro tutte le altre forze politiche, eccezion fatta per i deputati di Conservatori e Riformisti che hanno optato per una “coraggiosa” astensione.
Luigi Di Maio, con un post sul blog di Grillo, aveva chiesto a Matteo Renzi di presentarsi in aula e di fornire ai suoi indicazione di voto favorevole al ddl, ma il Partito Democratico ha fatto spallucce preferendo mantenere intatti i privilegi. All’esito reazionario del voto, il commento di Alessandro Di Battista: <<Quella di oggi è la dimostrazione plastica di quello che sono questi politici: sono indignato. Spero che a dicembre metteremo fine a questo disgusto. Siamo Davide contro Golia ma non molleremo di un centimetro. Viva la Repubblica, viva la sovranità popolare>>.
Nella ridda di accuse e controaccuse, arriva poi il post di una deputata del Pd che racconta di essere stata strattonata da un attivista pentastellato. Accuse rispedite al mittente. Ma il punto, in realtà, è un altro. Al netto dell’ovvia condanna di qualunque forma di violenza, il problema in questo caso non è chi strattona chi bensì chi difende cosa: e cioè chi, pur collocandosi a sinistra e quindi per natura, storia e statuto proteso verso il prossimo, per l’ennesima volta ha scelto di difendere a spada tratta i compensi stratosferici della casta politica, mentre il popolo arranca. Comunque il Pd non è l’unico partito di sinistra con un’anima (a sorpresa) ultraconservatrice: è ancora vivido il ricordo dell’intervento dell’onorevole Arcangelo Sannicandro, di Sinistra Ecologia e Libertà, che a proposito del taglio degli stipendi ad agosto osò dire: <<Non siamo mica metalmeccanici>>. Corsi e ricorsi storici: Giambattista Vico non smette di essere attuale. Diciamo che una buona parte della sinistra mostra inquietanti somiglianze con una certa Maria Antonietta: il popolo ha fame? Che mangi brioches.
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