Oggi l’ultimo saluto ad Ettore Bernabei, storico dg della Rai
Alle 11 di oggi la chiesa di Sant’Eugenio a Roma ha accolto l’ultimo saluto ad Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai. I giovani nipoti di Bernabei hanno voluto trasportare in chiesa il feretro del nonno, con palpabile commozione. Direttore della televisione di Stato per ben 14 anni, Bernabei è stato anche produttore televisivo: sua la società di produzione Lux Vide, ora portata avanti dai figli Luca e Matilde.
Bernabei è stata una figura di spicco non solo per la profondità culturale ma anche per il senso morale ed etico, doti confermate nel corso della lectio magistralis tenuta alla Pontificia Università Lateranense il 16 maggio 2011, giorno del suo novantesimo compleanno. <<La tv -aveva detto in quella circostanza – può ricondurre miliardi di uomini e donne sulla via del vero e del giusto>>, sottolineando l’importanza di una televisione capace non solo di rispettare ma anche di elevare il pubblico. Nato a Firenze nel 1921, cattolico, dopo la laurea in Lettere moderne si dedica al giornalismo, dirigendo, dal 1951 al 1956, il Giornale del Mattino, quotidiano di ispirazione cristiana.
Sotto la sua direzione, la Rai mostra la sua grande vocazione come servizio pubblico, in grado di occuparsi anche degli spettatori meno acculturati: sono gli anni in cui il mitico maestro Alberto Manzi con il programma Non è mai troppo tardi insegna a leggere e scrivere a un’Italia arretrata, che conta il 35% di analfabeti. Fioccano in quel periodo anche gli approfondimenti come Tv7, gli sceneggiati ispirati ai classici della letteratura, da I Promessi Sposi a I Fratelli Karamazov, e le grandi serie come Gli Atti degli Apostoli con la regia di Roberto Rossellini, il Mosè, Gesù di Nazareth diretto da Franco Zeffirelli. <<Oggi – diceva Bernabei – ci si entusiasma per il web, per Google o Amazon. Ma la tv pubblica è rimasta l’unica difesa dei cittadini, perché può ancora raccontare un’azione come delittuosa o benefica, aiutare a decidere cosa fare della propria vita e non finire tutti come polli in batteria. Può ancora salvare l’umanità>>.
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