CALCIO D’ANGOLO -Berlusconi e i cinesi, Mancini e lo stile altoborghese, Higuain e i chili di troppo…
Dopo trent’anni di onorata attività, Silvio Berlusconi deve metaforicamente appendere il suo ego ipertrofico al chiodo: il Milan, preziosa ancora di salvezza anche nei momenti di non particolare fulgore politico, la squadra che gli ha permesso di brillare sempre e comunque, è passato in mani cinesi. Al termine di trattative durate mesi, il Cavaliere ha infine trovato gli interlocutori giusti e il 99,33% della società rossonera è stato trasferito nelle mani di un gruppo di investitori rappresentati da Han Li che avrà da solo il 15% delle azioni.
Il buon Silvio, nel commentare la cessione, che vale 740 milioni di euro, ha detto: <<E’ stata un’operazione dolorosa ma necessaria>>. E già che c’era, ha posto una condizione che la cordata cinese ha prontamente accettato: l’impegno a versare 350 milioni di euro nell’arco di un triennio per il rafforzamento della società attraverso aumenti di capitale e sponsor. E non è finita, perché Berlusconi resterà presidente onorario del nuovo Milan con targa cinese. Della serie: mollo, ma non troppo.
Profetico al riguardo fu il Buongiorno pubblicato da La Stampa l’11 maggio scorso, in cui Massimo Gramellini tra le altre cose scriveva: <<Nello sport, ancora più che nella televisione, Berlusconi è riuscito a esprimere la sua vera personalità, un impasto irripetibile di talento rivoluzionario e senso comune, disprezzo per le regole e propensione per il grottesco (…) Nel calcio italiano esiste un prima e un dopo Silvio. E il dopo è cominciato ben prima dello striminzito comunicato del 10 maggio in cui la Fininvest annunciava la fase finale delle trattative con un gruppo di azionisti cinesi dal volto mascherato. Il declino del Milan ha accompagnato quello del suo presidente e dell’intero movimento calcistico italiano, Juventus esclusa. A parte gli Agnelli-Elkann, le grandi famiglie del nostro capitalismo sono scappate dal pallone>>.
E come si dice, se Atene piange, Sparta non ride. L’Inter, anch’essa ceduta a una cordata cinese, ha salutato l’allenatore Roberto Mancini. Come in tutti i divorzi altoborghesi che si rispettino, si è voluta salvare almeno l’apparenza: si sono quindi sprecate le parole di stima e affetto reciproci. Così la società nerazzurra tramite un comunicato ha sottolineato l’impegno e la professionalità di Mancini. Il quale, dal canto suo, ha affidato il commiato ai social: <<Auguro all’Inter e ai tifosi un futuro pieno di soddisfazioni ed importanti traguardi sportivi>>. Tradotto: ve possino.
Squadra che vai, problemi che trovi. Chissà che cosa avrà pensato il povero Gonzalo Higuain, leggendo i poco amichevoli commenti dei tifosi dopo il suo travagliato esordio con la maglia della Juventus. Maglia che ha impietosamente evidenziato qualche chilo di troppo. E i commenti cattivelli, a dire il vero, prima che dai tifosi sono fioccati dalle bocche di alcuni telecronisti inglesi che nel commentare la partita Juve- West Ham hanno a più riprese e senza alcuna pietà definito Higuain “ciccione”. Il premio per l’irriverenza va però al grande Gene Gnocchi, che su Twitter ha scritto: <<E’ ufficiale: Higuain è costato un milione al chilo>>. E ancora: <<Higuain rientrerà a Torino con un aereo-cargo>>. Al povero calciatore non resta che consolarsi con l’iperbolico cachet. Speriamo solo che in quel di Torino El Pipita non decida di consolarsi a suon di Gianduiotti…
Rispondi