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Giovani e lavoro: Italia al primo posto per autoimprenditorialità

In Italia sempre più giovani combattono la disoccupazione con l'autoimprenditorialità

Disoccupazione, contratti atipici, lavoro asociale, autoimprenditorialità: queste le parole chiave che emergono dallo studio condotto da Il Sole 24 Ore in collaborazione con il Centro Studi Datagiovani. Scopo della ricerca, esplorare i confini di due mercati di lavoro paralleli: quello degli under trenta e quello degli over cinquanta nei 28 Paesi europei (compresa l’Inghilterra). Un dato spicca tra tutti: nel Vecchio Continente la frattura generazionale è evidente, con il tasso di disoccupazione giovanile molto più accentuato rispetto a quello degli ultracinquantenni: la percentuale di persone senza un impiego tra gli under 30 è quattro volte e mezzo quella degli over 50. Brexit a parte, anche in Gran Bretagna la situazione è tutt’altro che serena: qui i giovani disoccupati sono tre volte tanto gli adulti; gli inglesi devono però fare i conti con tassi di disoccupazione decisamente inferiori rispetto ai nostri. Anche per quanto concerne le prospettive di carriera, l’Italia è maglia nera: solo un under 30 su tre riveste posizioni di rilievo, contro il 52% dei dipendenti maturi. Stefano Scarpetta, direttore per l’occupazione e gli affari sociali dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), commenta: <<I primi dieci anni di vita professionale sono decisivi per le prospettive di carriera durante tutta la vita lavorativa. Molti giovani in Italia hanno già perso diversi di questi anni come disoccupati o inattivi e per questo riconnetterli deve essere un imperativo>>.

Emerge comunque un dato positivo: l’Italia si colloca al primo posto per autoimprenditorialità, con uno scarto tra giovani e adulti che è la metà di quello medio europeo. Il decreto n. 140 dell’8 luglio 2015 ha introdotto una radicale modifica degli incentivi per l’autoimprenditorialità (Titolo I del decreto legislativo n. 185/2000). Queste le principali novità:

  • si rivolge non solo ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne indipendentemente dall’età
  • è applicabile non più nelle sole aree svantaggiate ma in tutto il territorio nazionale
  • non prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mutui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa)
  • possono presentare la domanda di accesso alle agevolazioni le imprese costituite al massimo da 12 mesi
  • possibilità di presentazione della domanda anche da parte di persone fisiche che intendono costituire una società.

Sono agevolabili, fatti salvi alcuni divieti e limitazioni previsti dal regolamento comunitario sugli aiuti d’importanza minore, cosiddetti de minimis, le iniziative che prevedono programmi d’investimento non superiori a 1,5 milioni di euro relativi a:

  • produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • fornitura di servizi, in qualsiasi settore;
  • commercio e turismo;
  • attività riconducibili anche a più settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile, riguardanti:
  • la filiera turistico-culturale (intesa come attività finalizzate alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, nonché al miglioramento dei servizi);
  • l’innovazione sociale (intesa come produzione di beni e fornitura di servizi che creano nuove relazioni sociali ovvero soddisfano nuovi bisogni sociali, anche attraverso soluzioni innovative).

Un dato abbastanza positivo riguarda, sempre in Italia, anche la posizione di chi svolge il cosiddetto lavoro asociale, cioè che lavora nei giorni festivi o in orario serale e notturno: i giovani in questa condizione sono 1,3 volte gli adulti, con una percentuale di poco sopra la media europea. Questo dato viene letto positivamente poiché evidenzia lo spirito di sacrificio dei giovani, disponibili a lavorare quando i coetanei solitamente si riposano o si dedicano allo svago. Insomma, Italia Paese di santi, poeti, navigatori e non di bamboccioni. Con buona pace di Padoa – Schioppa.

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