Regno Unito: vince la Brexit, Cameron si dimette e crollano le Borse
La Gran Bretagna è fuori dall’Europa, lo ha decretato quel 51,9% raggiunto dall’opzione Leave contro il il 48,1% dell’opzione Remain. Una vittoria di misura, che ha già fatto sentire i suoi primi, devastanti effetti: crollano i mercati in Asia, sprofonda la sterlina e Cameron si è dimesso. <<Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre – ha detto il premier britannico – e dovrà guidare i negoziati con l’Ue. Il popolo britannico ha votato per uscire dall’Europa e la volontà del popolo britannico sarà rispettata>>.
Manco a dirlo, esulta Nigel Farage, leader euroscettico dell’Ukip. <<Questa – ha affermato – è la vittoria che significa un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro Paese. E’ l’alba di un Regno Unito indipendente>>.
Quel che è certo è che la Brexit spaventa l’economia e la grande stampa americana. Non a caso il New York Times scrive: <<Gli inglesi hanno scelto di lasciare l’Ue, lasciando la Gran Bretagna di fronte a una domanda ancora più difficile: che tipo di Paese sarà ora? Sarà il Paese che i leader del partito del ‘Leave’ insistono che sarà? O si ritirerà e diventerà la ‘piccola’ Gran Bretagna nazionalista e un po’ xenofoba? E ancora più importante: resterà unita? Con la Scozia pro-Ue, aumenteranno le pressioni per un altro referendum sull’indipendenza che potrebbero portare alla fine del Regno Unito>>.
Un’altra domanda si fa strada: che ne sarà dell’Europa, quali gli effetti politico-economici di questa bordata nonostante tutto inaspettata? Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, cerca di rassicurare: <<Quello che non ti uccide, ti rende più forte. Non posso nascondere che volevamo un risultato diverso. Sono consapevole che il momento è politicamente drammatico e non c’è modo di prevedere le conseguenze, soprattutto per il Regno Unito>>.
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