Caso Potenzoni: chiesto il rinvio a giudizio per l’infermiere che lo aveva in custodia
Il caso di Daniele Potenzoni, il 36 enne milanese affetto da autismo scomparso a Roma l’anno scorso, fa un passo in avanti in direzione del processo. Terminata la fase delle indagini preliminari, il Pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha infatti depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’infermiere che aveva la responsabilità di vigilare su Daniele. A Massimiliano Sfrondini, questo il nome dell’infermiere, viene contestato il titolo di reato di abbandono di persona incapace, ex art. 591 del Codice Penale. Decisiva sarà ora l’udienza preliminare, in seguito alla quale il Gup deciderà se accogliere la richiesta del pubblico ministero, oppure disporre il non luogo a procedere nei confronti di Sfrondini. La posizione dell’infermiere risulterebbe peraltro aggravata anche dal notevole ritardo – ben dieci ore – con cui è stato dato l’allarme di scomparsa di Daniele.
Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, sono le nove del 10 giugno 2015 quando l’infermiere, che aveva il compito di guidare un gruppo di persone autistiche tra cui Daniele, riceve la telefonata di un collega che lo avverte di non salire sulla metropolitana a Termini per via della confusione generata da uno sciopero in corso proprio in quei momenti. Sfrondini, però, ignora il suggerimento e sale sul vagone diretto alla fermata Battistini insieme ai pazienti. Pochi istanti dopo l’ingresso, l’uomo perde di vista Daniele Potenzoni, sparito tra la folla. Il padre e il fratello di Daniele Potenzoni sperano ancora di poter trovare il loro congiunto, sostenuti anche dal programma televisivo Chi l’ha visto?, che un grande impulso ha dato alle ricerche a partire dallo scorso giugno.
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