Metti un valzer sull’orlo del pozzo… e trovi un avvincente romanzo d’esordio

Domenica 19 febbraio, alle 18, la libreria teatro Tlon di Roma ospiterà la presentazione del romanzo d’esordio di Rosario de Meo, dal titolo Il valzer sull’orlo del pozzo. L’opera, edita da Gaeditori, ha come protagonista Cesare e un pozzo dal nome curioso, un contenitore di sogni, speranze e disillusioni. Per saperne di più abbiamo intervistato l’autore.

  • Quanto di te hai riversato nel protagonista del romanzo?

Alcuni aspetti di Cesare mi appartengono, altri no. Quando ho scritto il libro ero già un quarantenne, anche disilluso dalla vita. Cesare invece è l’opposto: è convinto che il mondo sia in un certo modo e non vuole vedere gli altri aspetti. Per tratteggiare il personaggio mi sono aiutato con i miei diari personali. Mentre io sono ironico e autoironico, Cesare non lo è, perché l’ironia non era funzionale al suo personaggio.

  • Scrivere questo libro è stata, come accade spesso, una sorta di autoterapia?

Sì. Io scrivo da sempre un sacco di cose. Indubbiamente per me ha avuto un effetto terapeutico: quando ho scritto il libro ero fermo, a volte la vita ti schiaccia e la scrittura per me è salvezza e divertimento. Allora mi sono detto: provo a descrivere il momento che sto vivendo in un libro. Ho voluto narrare i cambiamenti che stavo attraversando, pur in una situazione del tutto diversa.

  • Oltre a Cesare, l’altro protagonista del libro è un pozzo di nome Merlino. Perché questo nome?

Perché quando ero piccolo ero molto affascinato da questo mago e dalle sue capacità.

  • Quindi il pozzo che ruolo ha? Fagocita o fornisce risorse?

Nel pozzo è contenuto tutto il passato, i sogni e le speranze. Cesare ha avuto un’infanzia molto felice, e pensa che il mondo sarà sempre così. Il pozzo rappresenta anche il passato, che a volte andrebbe sradicato. Perché la vita è anche altro. Il pozzo, insomma, è la metafora di tutto ciò che c’è.

  • Tu hai un blog piuttosto seguito, con la particolarità che lo aggiorni solo il lunedì. Condividere potenzialmente con chiunque riflessioni e paure serve a ridimensionarle o rischia invece di amplificarle?

In realtà ho difficoltà a pubblicare, perché è dura mettere in rete i propri pensieri. Tra l’altro ho scoperto che alcune persone condividono i miei post: questo da un lato mi fa ovviamente piacere, ma a volte mi mette agitazione. Ho la sensazione di perdere il controllo. In ogni caso, ormai sono andato talmente avanti che non potrei più tornare indietro. Mi ha anche stupito l’interazione che si è creata: ci sono persone che oltre a leggermi, mi scrivono in privato, raccontandomi le loro vicende personali. Io purtroppo non ho soluzioni da dare, al massimo qualche consiglio…

  • Che cosa auguri a Cesare e a quelli che in lui si riconosceranno?

Forse di trovare il proprio posto nel mondo. Gli auguro anche la felicità, anche se già la serenità è una gran cosa.

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