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Virginia Raggi: l’asse culturale tra Roma e Torino (e il difficile rapporto con i giornalisti)

La foto postata da Virginia Raggi su Facebook

Nel complicato groviglio capitolino, che vede Virginia Raggi sola contro (quasi) tutti, spunta un asse tutto al femminile, un sodalizio in nuce che apre nuovi spiragli. In Campidoglio il sindaco di Roma ha incontrato l’omologa Chiara Appendino, primo cittadino del capoluogo sabaudo. Al centro dell’incontro, la legge di stabilità e le iniziative in sinergia tra Roma e Torino. Raggi su Facebook in proposito ha scritto: <<Roma e Torino insieme per parlare di città metropolitana e collaborazione su progetti culturali>>. A corredo del post, una foto che ritrae le due donne del Movimento Cinque Stelle intente a confrontarsi.

Sullo sfondo restano ancora diversi nodi da sciogliere: primo tra tutti quello delle nomine da fare per sostituire gli assessorati vacanti. E a margine, ma neanche troppo, il difficile rapporto tra Raggi e i giornalisti, da giorni appostati sotto la sua abitazione privata e ieri oggetto di uno sfogo. <<Mi fate pena>>, ha scritto Raggi. Non si è fatta attendere la risposta del giornalista Massimo Pillera, che su Il Fatto Quotidiano ha commentato: << Mi creda anche a noi giornalisti i politici talvolta “fanno pena”, ma rispettiamo la scelta che hanno fatto di fare quel mestiere. A volte, proprio perché li inseguiamo, li vediamo entrare ed uscire, spostarsi, insomma osserviamo che vita fanno, ci fanno pena… Quando davanti ai nostri microfoni si arrampicano sugli specchi, o dicono per non dire nulla, rispondono con slogan, sempre con le stesse parole, guardano la lucetta rossa come gli ha insegnato lo spin, cercano battute, inseguono un titolo a tutti i costi, parlano senza sapere di cosa stanno parlando ed alla terza domanda soccombono, “scusate ma ho una riunione”… che pena… a volte>>.

Anche in occasione dell’incontro con Chiara Appendino, i cronisti sono rimasti pazientemente (fanno solo il loro lavoro) appostati in piazza del Campidoglio. E a nulla è valso il tentativo di Appendino di sfuggire ai giornalisti lasciando palazzo senatorio da un’uscita secondaria: tante le domande a cui ha dovuto suo malgrado rispondere, prima di riuscire a salire su un taxi. Forse i politici dovrebbero tenere presente che la stampa è la spina dorsale di una democrazia. E forse il problema è proprio questo: la democrazia, a certi politici, proprio non piace.   

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