Roma, alla Pontificia Università Lateranense una tavola rotonda su comunicazione e cultura dello scarto
Un pubblico molto attento ha seguito la tavola rotonda dal titolo Il nuovo Faust: la fabbrica dell’uomo e la cultura dello scarto. Etica e responsabilità nella comunicazione, svoltasi lunedì 22 febbraio a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense. L’evento, promosso dal Movimento Per (Politica Etica Responsabilità), ha visto la presenza dell’on. Olimpia Tarzia (presidente del Movimento Per) e delle giornaliste Lorena Bianchetti (Rai Uno), Alessandra Buzzetti (Mediaset) e Cristiana Caricato (Tv2000).
L’incontro era finalizzato a riflettere sulla cultura del desiderio che diventa diritto, sul mito della rincorsa al figlio perfetto e alla qualità di vita a danno della stessa vita. In particolare, i fari sono stati puntati sulla manipolazione dell’informazione, che come sempre assume un ruolo cruciale nella formazione dell’opinione pubblica.
<<Noi – ha esordito l’on. Tarzia – vogliamo solo suonare un campanello e cercare di risvegliare le coscienze. Il cardinal Bagnasco ha parlato di martirio in quest’epoca e ha chiarito che non è solo il martirio dei cristiani perseguitati: c’è anche un martirio di natura etica e morale che ti impone di stare zitto se la pensi diversamente>>.
<<Tutti – ha affermato Bianchetti – dobbiamo capire in quale ruolo giocare, se in quello della luce o in quello del buio. In questa lotta la comunicazione gioca un ruolo fondamentale. Sono tanti i modi di comunicare – televisione, giornali, internet – e tutti possono essere luci capaci di alimentare quella corrente di amore che ancora oggi, nonostante tutto, tiene in piedi il mondo>>.
Buzzetti ha concentrato il proprio intervento sulla necessità di intercettare e raccontare, anche nei contesti più drammatici, le storie di speranza, evitando così di allinearsi ad un racconto corale ed uniforme che rischia di perdere di vista la realtà dei fatti. <<Come giornalisti – ha concluso – dobbiamo combattere quotidianamente con il sistematico scarto della notizia: anche questa è una forma di manipolazione>>.
Caricato ha infine portato un esempio concreto relativo al servizio su una clinica indiana per madri surrogate pubblicato da un noto settimanale femminile: <<L’autrice del pezzo ha visitato una casa indiana dove vengono segregate le donne in attesa che nascano i bambini. Ebbene, il servizio raccontava una realtà non idilliaca ma sicuramente neutra: la giornalista non ha preso posizione su quello che era andata a vedere. Le fotografie erano ritoccate e le donne ritratte avevano un viso sereno, quasi tutte sorridevano. In particolare veniva raccontata l’esperienza di una di loro, che stava mettendo al mondo il figlio di un’altra coppia vedendo in questo una grande opportunità per fare studiare i propri figli. Questo è un evidente caso di manipolazione informativa, perché sappiamo benissimo che la realtà non è questa. Nessuna donna può essere felice nel momento in cui sente scivolare dal suo grembo un bambino e sa che non lo rivedrà più. Sappiamo bene che un utero in affitto – espressione anche questa bandita dal grande dibattito intorno al ddl Cirinnà – rappresenta una mercificazione del corpo umano>>.
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