Papa Francesco scrive all’arcivescovo di Siracusa: “Come Santa Lucia, scegliete la luce e la limpidezza”

L’interno della Basilica di Santa Lucia a Siracusa

Nomen omen: Santa Lucia, amatissima da grandi e piccini, è una figura religiosa contornata da particolare luminosità. E proprio la luce, intesa in senso letterale e metaforico, è al centro della lettera che Papa Francesco ha indirizzato a mons. Francesco Lomanto, arcivescovo metropolita di Siracusa, in occasione della festività di Santa Lucia, che della città siciliana è patrona. Quest’anno la Chiesa siracusana celebra l’Anno Luciano, e lo fa anche accogliendo la traslazione temporanea del corpo della Santa, custodito a Venezia. La missiva del Papa si incardina nell’alveo di un quadro più ampio, che parte dalla Santa siracusana (la cui storia è legata a doppio filo a quella di Sant’Agata) e approda idealmente al ruolo delle donne in seno alla Chiesa, tema da sempre molto caro al Santo Padre. 

<<L’affetto che vi lega a Santa Lucia – scrive Bergoglio – vi ha ricondotti, così, a una delle più antiche consapevolezze cristiane: «Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna» (1 Gv 1,5). E ricordate che subito l’Apostolo aggiunge: «Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri» (1 Gv 1,6-7). Nel giorno della festa della vostra Patrona scrivo a te, caro Fratello, e all’intera comunità arcidiocesana, perché queste parole di salvezza orientino anche oggi il vostro cammino e rinnovino nello spirito del Vangelo i legami familiari, ecclesiali e sociali di cui è intessuta la vostra bella città>>.

Lucia, una donna. <<Carissimi – prosegue il pontefice – Lucia è una donna e la sua santità indica alla vostra e a tutte le Chiese quanto le donne abbiano modi loro propri di seguire il Signore. Sin dalle narrazioni evangeliche, le discepole di Gesù sono testimoni di un’intelligenza e di un amore senza i quali il messaggio della Risurrezione non ci potrebbe raggiungere. Il simulacro della vostra Patrona, se lo osservate bene, esprime vigorosamente la dignità e la capacità di guardare lontano, che le donne cristiane portano anche oggi al centro della vita sociale, non lasciando che alcun potere mondano rinchiuda la loro testimonianza nell’invisibilità e nel silenzio. Abbiamo bisogno del lavoro e della parola femminile in una Chiesa in uscita, che sia lievito e luce nella cultura e nella convivenza. E questo ancora di più nel cuore del Mediterraneo, culla di civiltà e di umanesimo, tragicamente al centro di ingiustizie e squilibri che sin dal mio primo viaggio apostolico, a Lampedusa, ho suggerito di trasformare da cultura dello scarto in cultura dell’incontro. Il martirio di Santa Lucia ci educhi al pianto, alla compassione e alla tenerezza: sono virtù confermate dalle Lacrime della Madonna a Siracusa. Sono virtù non solo cristiane, ma anche politiche. Rappresentano la vera forza che edifica la città. Ci ridanno occhi per vedere, quella vista che l’insensibilità ci fa perdere drammaticamente. E come è importante pregare perché guariscano i nostri occhi!>>

Limpidi e trasparenti, come Lucia. <<Stare dalla parte della luce, cari fratelli e sorelle, espone anche noi al martirio. Forse non ci metteranno le mani addosso, ma scegliere da che parte stare ci toglierà qualche tranquillità. Ci sono forme di tranquillità, infatti, che somigliano alla pace del cimitero. Assenti, come se fossimo già morti; oppure presenti, ma come sepolcri: belli da fuori, ma vuoti dentro. Invece, noi scegliamo la vita. Non potremmo fare diversamente: «La vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta» (1 Gv 1,2). Stringersi attorno a una Santa – e penso all’immensa folla che a Siracusa circonda Santa Lucia – significa avere visto la vita manifestarsi e scegliere ormai la parte della luce. Essere persone limpide, trasparenti, sincere; comunicare con gli altri in modo aperto, chiaro, rispettoso; uscire dalle ambiguità di vita e dalle connivenze criminali; non temere le difficoltà. Mai stanchiamoci di educare bambine e bambini, adolescenti e adulti – a cominciare da noi stessi – ad ascoltare il cuore, a riconoscere i testimoni, a coltivare il senso critico, a obbedire alla coscienza. Dio è luce e suo riverbero è una comunità di fratelli e sorelle formati alla libertà, che non si adagiano in modo scettico in quel che – si dice – non cambierà mai. Scegliere: ecco il nucleo incandescente di ogni vocazione, la risposta personale alla chiamata che i santi rappresentano nel nostro cammino. Essi – conclude il Santo Padre – rivelano come uscire da «quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano. […] Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di essere popolo, l’esperienza di appartenere a un popolo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 270)>>.

Santa Lucia in Italia e nel mondo. Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, in diverse città italiane, i bambini aspettano con ansia l’arrivo di Santa Lucia, che per tradizione porta loro tanti dolci: in Lombardia, nelle province di Bergamo e Brescia, i bambini scrivono lettere alla santa della luce, chiedendo regali e dolciumi. Anche in Veneto la devozione è molto radicata: secondo una leggenda, nel XIII secolo a Verona era scoppiata un’epidemia che colpiva la vista dei bambini; in preda alla disperazione, la popolazione decise di compiere un pellegrinaggio a piedi scalzi fino alla chiesa di Sant’Agnese, dedicata proprio alla martire siracusana. L’epidemia in effetti svanì e da quel momento Santa Lucia è diventata una figura importantissima anche lì. In Svezia, i piccoli lasciano un bicchiere di latte e qualche biscotto per Gastaldo, il fedele asinello della santa. Tante le ricette tipiche di questa giornata: se in Svezia si preparano i lussekatter, focaccine dolci allo zafferano, in Sicilia si prepara la cuccìa, a base di grano lessato, ricotta di pecora e gocce di cioccolato. In Calabria la notte del 13 dicembre è illuminata da tanti falò in onore della martire. La storia di Santa Lucia, così peculiare e densa di significati profondi, esercita da sempre un grande fascino su adulti e bambini: per questi ultimi esistono tante fiabe ad hoc, ricche di meravigliose illustrazioni. 

Lucia e Siracusa: un legame potente, fatto di amore, devozione e luce. Una luce in grado di rischiarare il cammino della comunità aretusea e della Chiesa tutta. Come sottolinea mons. Lomanto: <<Santa Lucia porta nel suo nome il segno della luce di Gesù>>.  

 

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