Chissà quante volte, nel corso della sua esistenza, quel geniaccio di Gigi Proietti è passato da quella via che adesso porta il suo nome, imperituro ricordo di un legame speciale. <<Porchiano del Monte fa parte delle cose tenere della mia vita>>, questo diceva il grande attore del piccolo borgo di 476 anime maestosamente arroccato su una collina. Siamo in Umbria e Porchiano del Monte è una frazione di Amelia, in provincia di Terni: qui affondano le radici paterne dell’artista, che nei confronti di questo angolo verde d’Italia ha sempre nutrito un sincero amore espresso anche artisticamente. Romano Proietti, padre del Gigi nazionale, era nato proprio a Porchiano del Monte nel 1903.
Entusista di questo recente riconoscimento Carlotta Proietti, figlia di Gigi, che di cotanto padre ha seguito le orme: <<Questo è un riconoscimento bellissimo per noi, perché Porchiano significa tanti ricordi: una bella emozione, una cosa che forse non ci aspettavamo e di cui invece poi si è cominciato a parlare. E’ un onore, una gioia, una festa>>. Una intitolazione a tempo di record, che grazie alla deroga concessa dal Prefetto di Terni è giunta ben prima dei dieci anni che per legge devono trascorrere tra la morte e l’intitolazione, come sottolineato dal sindaco di Amelia, Laura Pernazza:<<E’ un giorno di festa per Porchiano e per Amelia. Da tempo avevamo richiesto la deroga ma solo grazie all’autorizzazione ottenuta dall’attuale Prefetto, Giovanni Bruno, oggi con grande determinazione siamo riusciti a dare riconoscimento ad un illustre personaggio del cinema e della cultura italiana da sempre legato al nostro territorio e al paese in cui ha trascorso la sua infanzia. Un sentito ringraziamento alla Pro Loco di Porchiano, Porchiano Solidale e a Federica Silvestrelli>>.
Teatro: passione e ardimento. Gigi Proietti ha calcato il palcoscenico alla sua maniera, forte di un talento unico e di un carisma naturale. Così, quando all’alba del 2 novembre 2020 se n’è andato, in un momento in cui il coronavirus, moderna peste bubbonica, rosicchiava inesorabile pezzi di vita a tutti noi, l’Italia ha subito compreso che quel lutto assumeva una dimensione macroscopica. Come il talento di Proietti, “romano de Roma”, superbo animale da palcoscenico che nella sua lunga carriera ci ha fatto ridere e riflettere, e di cui a distanza di quattro anni tutto ci manca. Fortuna che c’è la memoria, che si nutre anche di luoghi e suggestioni antiche e future.
Proietti, estro e sensibilità. Questo attore ha dispensato a piene mani la bellezza dell’arte, senza mai tralasciare quella del cuore. Nel 2016 Amatrice fu devastata dal terremoto. Quello stesso anno Proietti, che dirigeva il Silvano Toti Globe Theatre, decise di devolvere l’intero incasso di una delle serate alla popolazione colpita dal sisma. <<La gente di teatro – spiegò all’epoca – è stata sempre molto sensibile e disposta ad esprimere solidarietà a popolazioni tragicamente colpite. Penso che la nostra iniziativa a favore di persone così duramente provate sia il minimo che, per ora, si possa e si debba fare e spero che il nostro piccolo gesto possa sollecitare anche altri, in verità già così numerosi, a partecipare a questa iniziativa di sostegno e di aiuto>>.
Il palcoscenico, la verità e la finzione. Il sipario che s’è chiuso nel 2020 e che nel 2024, a modo suo, s’è riaperto, silente e maestoso, in un borgo dell’Umbria. La finzione scenica come gioco d’infanzia eterno e salvifico. Come diceva lo stesso Gigi: <<Nella totale perdita di valori della gente, il teatro è un buon pozzo dove attingere>>.
