L’appello di Papa Francesco ai giovani: “Lasciate il cellulare e incontrate le persone”

Con la visita a Venezia, Papa Francesco ha stabilito un altro record: per la prima volta un pontefice ha visitato la Biennale di Venezia. La sezione femminile del carcere della Giudecca ospita il Padiglione della Santa Sede alla Biennale: qui il pontefice ha ammirato le opere in esposizione e ha incontrato le donne detenute, visibilmente emozionate, ciascuna con la propria storia e il proprio carico di dolore e di speranza. Una visita, quella del 28 aprile, durata poche ore ma pregna di bellezza e umanità.

Parole delicate e speciali quelle rivolte dal Santo Padre alle donne recluse alla Giudecca:<<Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore. È il Signore che ci vuole insieme in questo momento, arrivati per vie diverse, alcune molto dolorose, anche a causa di errori di cui, in vari modi, ogni persona porta ferite e cicatrici, ogni persona porta delle cicatrici. E Dio ci vuole insieme perché sa che ognuno di noi, qui, oggi, ha qualcosa di unico da dare e da ricevere, e che tutti ne abbiamo bisogno. Ognuno di noi ha la propria singolarità, ha un dono e questo è per offrirlo, per condividerlo. Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, io anche, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita.  Proponiamoci di cominciare ogni giornata dicendo: “oggi è il momento adatto”, “oggi è il giorno giusto”, “oggi ricomincio”, sempre, per tutta la vita!>>

Conclusa la visita alla Giudecca, Papa Francesco ha incontrato oltre 1500 giovani gioiosamente assiepati sul piazzale antistante la Basilica di Santa Maria della Salute. E a loro si è rivolto con la consueta schiettezza: <<Non isolatevi, cercate gli altri, fate esperienza di Dio assieme. Andate controcorrente: lasciate il cellulare e incontrate le persone>>. Poi un parallelismo efficace tra i giovani e Venezia, accomunati da una splendida fragilità: <<Dio sa che, oltre a essere belli, siamo fragili, e le due cose vanno insieme: un po’ come Venezia, che è splendida e delicata al tempo stesso. È bella e delicata, ha qualche fragilità che dev’essere curata. Dio non si lega al dito i nostri errori. Non dimenticate questo: se vi sentite con il peso della coscienza, guardate il Signore e lasciatevi prendere per mano da Lui. Quando siamo a terra, Lui vede figli da rialzare, non malfattori da punire. Per favore, fidiamoci del Signore!>>

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