Salone del Libro di Torino, la polemica è servita
di Valeria Lentini
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro ma, più di tutto, sulla polemica. Continua e imprevedibile. Prevedibile eppure sempre nuova. Così, nel giorno dell’inaugurazione del Salone Internazionale del Libro di Torino, a fare notizia non sono le novità editoriali bensì una casa editrice. Protagonista della polemica a fil di spada è Francesco Polacchi, fondatore della casa editrice Altaforte, esclusa dal Salone a causa della sua vicinanza a CasaPound. Decisione commentata così da Giulio Biino, presidente del Circolo dei Lettori di Torino al quale da quest’anno è affidata l’organizzazione dell’evento: <<È stata una decisione sofferta, una scelta importante, di campo, per evitare uno sfregio alla città, alla Regione e forse al Paese>>. Ad estromissione acclarata, apriti cielo. Matteo Salvini, dal salotto televisivo di Lilli Gruber, ha tuonato: <<Ma perché dobbiamo fare la censura preventiva? Questa presunta superiorità culturale della sinistra che non esiste, chi l’ha detto che solo la sinistra può fare cultura?>> E a proposito del suo libro edito da Altaforte, ha aggiunto: <<Io ho fatto un’intervista con una giornalista, questi della casa editrice non li conosco, non li ho mai incontrati, io non prendo un euro. Ma chi lo conosce Francesco Polacchi?>>.
Intervistato a margine dell’inaugurazione del Salone del Libro, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha dichiarato: <<Io avrei preferito che sin dall’inizio Altaforte non ci fosse stato, perché la sua cultura è estranea ai valori fondamentali di questa manifestazione. Abbiamo cercato in tutti i modi di trovare una soluzione che consentisse comunque di far prevalere i valori della tolleranza, dell’antifascimo, valori scritti a lettere di fuoco nella storia di questa città e anche nella storia di questo Salone>>. Intanto Regione Piemonte e Città di Torino hanno presentato un esposto nei confronti di Altaforte per apologia di fascismo, come ha chiarito Chiamparino: <<Le dichiarazioni del presidente della casa editrice Altaforte, che edita il libro del ministro Salvini, prefigurano una violazione delle norme che in Italia vietano la ricostituzione del partito fascista sotto qualunque forma e l’apologia di fascismo. D’intesa con la sindaca Chiara Appendino abbiamo quindi prodotto e presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Torino>>. A fronte dell’esposto la questione si è esacerbata, come chiarito da Chiara Appendino e Chiamparino nella lettera scritta a quattro mani per spiegare le loro ragioni: <<A fronte dell’esposto sono arrivate dichiarazioni ancora più provocatorie da parte degli animatori della casa editrice Altaforte. In seguito a tutto questo Halina Birenbaum, testimone attiva dell’Olocausto, invitata dal comitato editoriale a tenere una lezione agli studenti inserita nel programma del Salone, quest’oggi ha dichiarato che non avrebbe fatto ingresso al Lingotto se la casa editrice Altaforte avesse avuto uno stand al Salone del Libro, e avrebbe tenuto la sua lezione fuori dal Salone, recando tra l’altro al Salone del Libro e alla città di Torino un grave danno d’immagine. Tra le ragioni di una testimone attiva dell’Olocausto e quelle di Altaforte, facciamo prevalere le prime, ricordando che Torino è insignita della medaglia d’Oro al valor Militare per la Resistenza contro il nazifascismo. Per tutte queste ragioni chiediamo all’associazione Torino, la Città del Libro, alla Fondazione Circolo dei Lettori, al Comitato d’Indirizzo del Salone Internazionale del Libro di Torino, e conseguentemente al Salone Libro srl, di revocare l’ammissione alla casa editrice Altaforte e la conseguente assegnazione degli spazi>>.
La questione ha spinto persino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire con una nota diretta a Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro: <<I valori che Primo Levi ha vissuto e trasmesso, specialmente la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda guerra mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificata e una rispettosa convivenza sociale>>.
Polemiche a parte, il programma 2019 del Salone del Libro è ricco e stimolante come sempre. Presenti, per inaugurare il Bookstock Village, anche i genitori di Giulio Regeni. <<A Giulio – ha detto Paola Regeni – sono stati negati tutti i diritti umani. E questo succede ogni giorno. E dobbiamo dirlo, anche se non ci suscita simpatia. Sarebbe stato egoista e non rispettoso verso Giulio rinunciare a diffondere questo messaggio>>.
Le Marche sono la regione ospite d’onore di questa edizione: Lo Spazio Marche, nel Padiglione 1, sarà un intreccio di dialoghi e incontri variegati, dalla fotografia al digitale, dalla letteratura alla poesia, con le presentazioni dei festival letterari e premi che animano la vita culturale del territorio. Spazio anche a incontri con autori ed editori marchigiani, poeti e intellettuali come Alberto Folin, padre Alberto Maggi, Luca Mercalli, Mohamed Razane, Filippo La Porta, Franco D’Intino, Stefano Petrocchi, Paolo Di Paolo, Giorgio Zanchini, Loredana Lipperini, Vittorio Sgarbi. Per maggiori ragguagli, http://www.salonelibro.it.
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