Nella sede Rai di via Asiago l’addio a Gianni Boncompagni. Arbore: “Ha illuminato la televisione”
<<Ho un biglietto da visita per ridere. Ma quasi tutti lo prendono sul serio. C’è il mio nome. E poi sotto, stampato: mai stato a Cortina. Mai stato a Sabaudia. Mai visto “La vita è bella”. Mai scritto un libro. Mai visto uno sceneggiato>>. Questa frase rende bene lo spirito irriverente che ha contraddistinto la lunga carriera di Gianni Boncompagni, morto il 16 aprile a 85 anni non ancora compiuti. La storica sede Rai di via Asiago a Roma ha ospitato il lungo e commosso saluto a uno dei padri della radio e della televisione italiana: qui infatti è stata allestita la camera ardente. Oltre alla figlia Barbara e ai nipoti Mattia e Brando, c’erano Renzo Arbore, Giancarlo Magalli, Ambra Angiolini, Irene Ghergo, Roberto D’Agostino, Raffaella Carrà, Monica Maggioni, Marisa Laurito, Gigi Proietti, Enrica Bonaccorti, Alba Parietti, Claudia Gerini, Nino Frassica, Bruno Vespa e tanti altri. Insomma, i colleghi di una vita intera spesa per la radio e la tv. Boncompagni è stato un vero mattatore: conduttore radiofonico, autore, paroliere, regista televisivo. Entrato alla Rai nel 1964 vincendo un concorso come programmatore di musica leggera, si affermò ben presto nel settore della radiofonia, mietendo successi insieme a Renzo Arbore grazie a programmi cult come Alto Gradimento e Bandiera Gialla. Il duo Boncompagni – Arbore diede vita a un nuovo modo di fare intrattenimento, basato sull’improvvisazione e sul non-sense. Tanto ci sarebbe da scrivere su questo genio dell’intrattenimento, un talento in grado di innovare profondamente il mondo della comunicazione radio-televisiva. Proprio in riferimento alla sede Rai di Via Asiago, Arbore ha detto: <<Questo è un posto indimenticabile per noi, qui ci siamo divertiti tantissimo>>. E a proposito del collega e amico di una vita: <<Ha illuminato la televisione, ha inventato la regia moderna>>.
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