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Spreco alimentare: il decalogo di Andrea Segrè per una spesa consapevole

di Valeria Lentini

<<I poveri cercano il mangiare per lo stomaco, e i ricchi lo stomaco per il cibo>>. In questo antico proverbio è racchiusa tutta l’ingiustizia che avviluppa da tempo immemorabile il mondo: da un lato chi il cibo lo spreca e dall’altro chi non ne ha. I dati relativi allo spreco alimentare sono purtroppo noti: con quello che ogni anno finisce nella pattumiera si potrebbe sfamare il 30% della popolazione del pianeta. Secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher, in Italia si spreca cibo per 16 miliardi di euro, pari all’1% del Pil. Nelle case degli italiani annualmente si sprecano 145 chili di cibo per un costo di 360 euro. Va da sé che serve una regressione ad uno stile di vita più parco e anche più felice. Giunge allora come il cacio sui maccheroni (tanto per restare in tema) il libro dal titolo Mangia come sai. Il cibo ci nutre o ci consuma? (Editrice Missionaria Italiana), che porta la firma di Andrea Segrè, agronomo ed economista italiano, docente di politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna nonché fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero. L’opera contiene tra l’altro il decalogo minimo dal forcone alla forchetta, con tanti suggerimenti da applicare quotidianamente e da condividere con familiari e amici.

Ecco alcune regole antispreco: quando si va a fare la spesa, munirsi di una lista del cibo che realmente occorre; fare acquisti consapevoli, evitando di cedere alle lusinghe del marketing; leggere con attenzione le etichette dei cibi che si vogliono acquistare; prediligere alimenti locali e di stagione; conservare correttamente gli alimenti in frigo e in freezer; imparare a riutilizzare con fantasia gli avanzi del giorno prima; condividere con i vicini il cibo in eccesso. E ancora: quando si va al ristorante, chiedere sempre la family bag per portare a casa il cibo ordinato e non consumato; insegnare ai figli il valore del cibo; pensare e agire in modo sostenibile e circolare.

Lo spreco alimentare è un dramma dai contorni impressionanti: oggi gli ipernutriti sono quasi il doppio dei denutriti (800 milioni di persone). Il 50% della popolazione mondiale potrebbe nutrirsi in maniera sufficiente con gli sprechi alimentari. Un pieno di biocarburante (etanolo) di un’automobile potrebbe sfamare una persona per un anno intero. In Italia il cibo contraffatto dalle agromafie fattura 60 miliardi di euro, quasi il doppio dell’export alimentare (36,8 miliardi di euro) basato su quasi 900 prodotti Dop e Igp dell’agricoltura italiana. Insomma, la situazione è più che allarmante ed essere sensibili al tema implica non solo un’adesione morale ma una pratica concreta. Tradotto: meno sprechi a casa e al ristorante. Da subito e per sempre.

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