Al Museo di Roma in mostra le carte da gioco dei grandi pittori del ‘900
Giocare a carte con i grandi protagonisti dell’arte del Novecento? Sì, grazie alla mostra ospitata a Roma, nelle splendide sale di Palazzo Braschi, dal titolo I pittori del ’900 e le carte da gioco. La collezione di Paola Masino, a cura di Marinella Mascia Galateria e Patrizia Masini. Tanti i pittori presenti nelle carte di Paola Masino: Carla Accardi, Burri, Consagra, Primo Conti, Carrà, Campigli, Capogrossi, Cagli, Fautrier Cocteau, Carlo Levi, Guttuso, Prampolini, Fausto Pirandello e tanti altri.
La mostra, visitabile dal 15 dicembre al 30 aprile 2017, è promossa da Roma Capitale in collaborazione con l’Archivio del Novecento di Sapienza Università degli Studi di Roma con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Queste preziose carte da gioco sono state donate da Alvise Memmo al Museo di Roma e vengono ora esposte per la prima volta. Scrittrice anticonformista, intellettuale coltissima, compagna di Massimo Bontempelli, Paola Masino conobbe e frequentò assiduamente letterati, musicisti e pittori, italiani e stranieri. Inoltre amava giocare a carte: poker, pinnacolo (con Bontempelli), scopone (con Pirandello). E collezionare mazzi di carte da gioco. Da queste passioni l’idea di chiedere ai tanti amici artisti di creare delle carte dipinte, napoletane, francesi e tarocchi, dando vita, dal ’47 agli anni Ottanta, ad una collezione unica al mondo, testimonianza dell’arte pittorica del Novecento e in cui le carte da gioco, astratte dal loro contesto, divengono opera d’arte e simbolo metafisico.
Grazie a questa mostra si potranno ammirare anche i ritratti di Paola Masino, opera dei pittori Bucci, Cagli, Cecchi Pieraccini, de Chirico, de Pisis, Funi e Sironi, e di famosi fotografi, da Bragaglia a Ghitta Carell, da Luxardo, a Sommariva. Tutti degli anni ’30, mentre è del 1968 il ritratto di Alexander Calder, autore anche di una splendida carta in bianco e nero, la Regina di fiori: opere eseguite entrambe a Roma, così come il ritratto di Bontempelli di Alberto Savinio. Insomma, un caleidoscopio di suggestioni per una mostra da non perdere.
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