
In un mondo di contrasti continui e di drastiche inversioni di rotta, lui era una certezza. Di più: una presenza calma e pacata dietro cui si celava un’eccellenza che, per decenni, ha accompagnato in musica la televisione italiana, e quindi tutti noi. L’Italia piange Peppe Vessicchio, musicista raffinatissimo, presenza televisiva fatta di autorevolezza e umanità. Il Maestro, 69 anni, è deceduto l’8 novembre all’ospedale San Camillo Forlanini di Roma, dove si trovava ricoverato a causa di una polmonite interstiziale. Una vita, la sua, vissuta accanto al suo grande amore, Enrica Mormile, che lo ha sostenuto nell’ascesa professionale sin dagli inizi, quando tutto era incerto e la musica stentava a dare alla loro famiglia la sicurezza economica giunta solo anni dopo, al culmine di una gavetta dura e in salita. Della moglie, Vessicchio amava dire che per lui rappresentava “l’armonia fuori dal pentagramma”: la loro è stata un’unione granitica, custodita gelosamente e protetta dalle luci della ribalta.
Il talento e la semplicità. Il cordoglio per la sua morte sta attraversando il Paese intero: oltre ai personaggi famosi che lo ricordano con commozione, non si contano le persone comuni che, attraverso i canali social, continuano a lasciare testimonianze di affetto nei confronti di un personaggio pubblico amatissimo e percepito quasi come uno di famiglia. Peppe Vessicchio, il Maestro del Festival di Sanremo, il collaboratore prezioso di mostri sacri della nostra musica, tra cui Gino Paoli, che su Instagram lo ricorda così:<<Abbiamo lavorato insieme diverse volte. Gli chiesi proprio io di iniziare a fare arrangiamenti, e da lì si è rivelato un grande musicista e un arrangiatore straordinario. Dal punto di vista umano era una persona meravigliosa. Non si è mai creduto chissà chi… Era semplice nelle sue cose, e proprio per questo andavamo molto d’accordo e abbiamo fatto un lungo percorso insieme. Per me sarà sempre quel simpatico ragazzo talentuoso, e nel panorama di oggi si sentirà ancora di più la mancanza di una figura così>>.
Alle parole di Paoli hanno fatto eco quelle, non meno commosse, di Roberto Vecchioni: <<E chi se lo scorda più quel nostro abbraccio così forte quando abbiamo vinto Sanremo, che io urlavo non di gioia ma di dolore perché mi avevi incrinato una costola. Non ce la faccio a non rivederti più, amico mio, è come se con te fosse volata via la musica stessa dietro quella risata napoletana, dietro i tuoi occhi accesi di dolcezza e ironia. Quanto a me, voglio ricordarti con la tua bacchetta alzata a dipingere il cielo>>.
La musica, amica fedele. Ora che “il ragazzo talentuoso” ci ha lasciati, il Festival di Sanremo non sarà più lo stesso. La sua arte, però, resterà, e sarà bello continuare a sentire nell’aria la formula di rito che per decenni ci ha accompagnati: <<Dirige l’orchestra il Maestro Peppe Vessicchio!>>. E questa, come ha sottolineato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, <<non era solo una frase: era casa, era Italia>>. Vogliamo ricordare Peppe Vessicchio con le sue stesse parole: <<La musica l’ho conosciuta grazie a una chitarra: impugnandola, mi sono accorto che non sentivo più la stanchezza e che la musica poteva essere un’amica fedele in grado di riempire anche i miei vuoti>>.
