E se l’innovazione partisse non da un’accelerazione quanto, piuttosto, da uno strategico rallentamento in grado di assecondare e guidare lo sviluppo dei borghi e delle aree interne del Bel Paese? E’ questa la scommessa di Jazz’Inn, il format innovativo ideato dalla Fondazione Ampioraggio, che da otto anni porta l’innovazione nei borghi e nelle periferie d’Italia attraverso laboratori collettivi, sfide reali e confronto aperto tra istituzioni, imprese, enti, startup e cittadini. L’edizione 2025 del format si terrà a Campobasso dal 29 settembre al 3 ottobre; quella 2026, invece, sarà ospitata dalla Capitale.
La Sala della Protomoteca in Campidoglio ha accolto, il 13 giugno, la presentazione delle due edizioni. Soddisfatto il sindaco Roberto Gualtieri:<<È bello poter confermare che Roma è pronta a ospitare l’edizione 2026 di Jazz’Inn, un importante appuntamento che lavora mettendo in rete realtà diverse e costituisce un forum importante di confronto di buone pratiche sul tema fondamentale della trasformazione tecnologica. Ospitando l’evento, Roma nel 2026 sarà la Capitale dell’innovazione digitale secondo la linea strategica fondamentale del miglioramento dei servizi e della qualità della vita delle persone, anche per sostenere lo sviluppo economico e l’occupazione. Quella dell’innovazione è una dimensione trasversale a cui stiamo lavorando con grande impegno>>.
Parole a cui hanno fatto eco quelle di Riccardo Corbucci e Antonella Melito, rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione capitolina dedicata all’innovazione tecnologica. <<Accogliere Jazz’Inn in Campidoglio – hanno detto i due consiglieri – significa riconoscere il valore di un approccio all’innovazione che parte dall’ascolto dei territori e dalla co-progettazione tra attori diversi. È un modello che Roma vuole fare proprio per dare voce a tutte le sue anime, dai quartieri centrali alle periferie. Con Jazz’Inn Capitale 2026 intendiamo portare questo format nei nostri quartieri, rendendo Roma un ecosistema inclusivo e collaborativo, capace di attrarre intelligenze, valorizzare competenze locali e sperimentare soluzioni concrete ai bisogni reali della città. L’innovazione non è solo tecnologia: è capacità di costruire futuro insieme>>.
La lentezza, il tempo giusto per la vera felicità. Come sostiene il paesologo Franco Arminio: <<Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento. Bisognerebbe stare all’aria aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita. Costruirsi delle piccole preghiere personali e usarle. Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione per qualcuno. Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia. Leggere poesie ad alta voce. Far cantare chi ama cantare>>. Questo, nei piccoli borghi, è un miracolo ancora possibile.
