L’invito di Papa Leone all’udienza generale in piazza San Pietro: “Chiediamo al Signore di guarire le nostre parti più fragili e doloranti”

Papa Leone XIV durante l’Udienza Generale di questa mattina

Guarigione. Questa parola, con il suo carico di morbidezza, è stata al centro della catechesi di Papa Leone XIV nel corso dell’udienza generale di questa mattina: attraverso la parabola di Bartimeo, un uomo cieco e mendicante che Gesù incontrò a Gerico, il pontefice ha voluto illustrare due punti cruciali che riguardano la vita di ciascuno di noi. Il primo punto riguarda l’opportunità, sempre presente, di lasciarsi guarire da Gesù; il secondo punto, non meno importante, ha a che fare con la responsabilità, e quindi la scelta di guarire anziché restare fermi in una zona apparentemente  confortevole che, per quanto risulti dolorosa, è comunque familiare, dunque vissuta come innocua.

<<Cari fratelli e sorelle – ha esordito il Santo Padre – con questa catechesi vorrei portare il nostro sguardo su un altro aspetto essenziale della vita di Gesù, cioè sulle sue guarigioni. Per questo vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati. Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci! Il personaggio che ci accompagna in questa riflessione ci aiuta a capire che non bisogna mai abbandonare la speranza, anche quando ci sentiamo perduti. Si tratta di Bartimeo, un uomo cieco e mendicante, che Gesù incontrò a Gerico (cfr Mc 10,40-52) […] Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù! Davanti al suo grido, Gesù si ferma e lo fa chiamare (cfr v. 49), perché non c’è nessun grido che Dio non ascolti, anche quando non siamo consapevoli di rivolgerci a lui (cfr Es 2,23). Sembra strano che, davanti a un uomo cieco, Gesù non vada subito da lui; ma, se ci pensiamo, è il modo per riattivare la vita di Bartimeo: lo spinge a rialzarsi, si fida della sua possibilità di camminare. Quell’uomo può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello (cfr v. 50)!>>.

Per guarire occorre avere il coraggio di mostrare la propria vulnerabilità, come ha chiarito Papa Leone:<<Molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare. Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità. Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione […] non è scontato che noi vogliamo guarire dalle nostre malattie, a volte preferiamo restare fermi per non assumerci responsabilità […] Ciò che salva Bartimeo, e ciascuno di noi, è la fede. Gesù ci guarisce perché possiamo diventare liberi. Egli non invita Bartimeo a seguirlo, ma gli dice di andare, di rimettersi in cammino (cfr v. 52). Marco però conclude il racconto riferendo che Bartimeo prese a seguire Gesù: ha scelto liberamente di seguire colui che è la Via! Cari fratelli e sorelle, portiamo con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie, e anche quelle dei nostri cari, portiamo il dolore di quanti si sentono persi e senza via d’uscita. Gridiamo anche per loro, e siamo certi che il Signore ci ascolterà e si fermerà>>.

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