Una spada, una bilancia, un paio di ali: tre elementi che rendono San Michele Arcangelo estremamente riconoscibile. La difesa del bene comune, la giustizia, la tutela delle persone fragili. L’iconografia raffigura tutto ciò dal punto di vista visivo ma anche e soprattutto spirituale. San Michele Arcangelo è un richiamo esplicito al bene, all’azione legalitaria protesa al benessere di tutti: il male, infatti, risulta sconfitto dalla spada e dal piede del Santo, che non a caso è patrono della Polizia di Stato, proclamato tale da Papa Pio XII nel 1949. E da quando la Polizia esiste, attua ogni giorno proprio questa missione: garantire il rispetto delle leggi, l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, tutelare i più fragili e aiutare i più bisognosi. La proclamazione di San Michele Arcangelo a patrono della Polizia, inoltre, pone l’accento sulla disciplina e sulla forza nell’applicazione delle leggi per garantire una società giusta e proteggere i cittadini onesti.
Anche oggi, come ogni anno, la ricorrenza è stata celebrata con la dovuta solennità: questa mattina la chiesa di Santa Maria Madre della Famiglia, in Vaticano, ha accolto una messa celebrata alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del capo della Polizia Vittorio Pisani, del segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano suor Raffaella Petrini e del delegato della Gendarmeria Vaticana Luca Cinthia. La celebrazione entro le mura vaticane trova fondamento nel fatto che San Michele Arcangelo è anche il patrono della Gendarmeria Vaticana. La santa messa è stata celebrata dal cardinale Fernando Vergez Alzaga (presidente sia della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano che del Governatorato), da don Luigi Trapelli (coordinatore nazionale dei cappellani della Polizia di Stato) e da altri cinque cappellani della Polizia.

La funzione religiosa è stata accompagnata da un gruppo strumentale della Banda Musicale della Polizia di Stato e dal tenore Antonio Costa, poliziotto in servizio presso la Questura di Catania. Sull’altare sono state esposte un’icona raffigurante San Michele Arcangelo e la Bolla Pontificia con cui è stato proclamato Patrono della Polizia. Durante la celebrazione, a due poliziotti e a due gendarmi sono state affidate le letture liturgiche e le preghiere “a San Michele” e del “gendarme”. Le celebrazioni proseguono nel pomeriggio a Caivano, in provincia di Napoli: luogo tristemente noto alle cronache, dove è in atto una potente azione risanatrice del tessuto sociale. Qui, nel parco intitolato a Pino Daniele, è in programma un evento dedicato alle scuole, dal titolo I valori che ci uniscono – Legalità, inclusione e sport per un futuro di crescita.
Nel 2013 Papa Francesco, in occasione della benedizione della nuova statua di San Michele Arcangelo in Vaticano, pronunciò parole importanti: <<San Michele lotta per ristabilire la giustizia divina. E vince perché in Lui è Dio che agisce. Nel cammino e nelle prove della vita non siamo soli, siamo accompagnati e sostenuti dagli Angeli di Dio, che offrono, per così dire, le loro ali per aiutarci a superare tanti pericoli, per poter volare alto rispetto a quelle realtà che possono appesantire la nostra vita o trascinarci in basso>>. Le prove della vita riguardano tutti, nessuno escluso (o quasi). Allora, rivolgiamo lo sguardo a San Michele Arcangelo, che dall’alto della sua potente iconografia sembra volerci rassicurare: <<Non praevalebunt>>.
