Preghiera, amore, azione. Madre Teresa di Calcutta, la “piccola matita nelle mani di Dio”

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<<Io sono solo una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro>>: questo amava ripetere Madre Teresa di Calcutta mentre camminava senza sosta e a passo svelto, quasi non volesse sprecare nemmeno un istante. Una vita, la sua, tutta spesa nel nome dell’amore incondizionato e totale nei confronti dei diseredati, dei sofferenti, di coloro che vivono la propria vita ai margini, in un angolo –  fisico e metaforico – da cui non si esce mai. In questi angoli bui la suora albanese ha affondato le proprie mani per accarezzare volti, abbracciare e curare esistenze ferite: ha donato tutta sé stessa fino a consumarsi in un logorio fatto di amore, preghiera e azione. Azione incessante, sempre rivolta alla categoria umana a lei più cara: gli scartati dalla società.

Da Skopje a Calcutta. Quando dall’Albania arriva in India, questa donna consacrata a Dio comprende quanto questa nazione abbia bisogno del suo aiuto. E’ il 6 gennaio 1929, e la religiosa viene inviata presso la comunità di Loreto a Entally, dove inizia a insegnare in una scuola per ragazze, l’Istituto Saint Mary. Nel 1937 arriva la professione dei voti perpetui e suor Teresa diviene, come dirà lei stessa, “la sposa di Gesù per tutta l’eternità”: quello è il giorno in cui inizia ad essere chiamata Madre Teresa. E madre lo sarà davvero, per sempre e nei confronti di chiunque incroci il suo cammino; intanto, nel 1944, diviene direttrice dell’Istituto Saint Mary e così continua la sua opera instancabile con le allieve e le consorelle, lavorando tanto con gioia e impegno.

La chiamata nella chiamata. Nel 1946 avviene una svolta: durante un viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling, Gesù si manifesta a Madre Teresa e le chiede di dedicare la propria opera ai più poveri tra i poveri: è quella che lei stessa definirà “la chiamata nella chiamata”. Così, dopo due anni di discernimento, la religiosa fonda Le Missionarie della Carità, comunità dedita ai “non voluti, non amati e non curati”. Nel frattempo si uniscono a lei tante sue ex allieve. Il 17 agosto 1948 Madre Teresa indossa per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro che la renderà per sempre riconoscibile nella sua indefessa opera.

Madre Teresa e Lady Diana

La “piccola via per la santità”. Passano gli anni e poi i decenni e Madre Teresa comprende che per meglio occuparsi dei poveri è necessario allargare il raggio d’azione, coinvolgendo quante più persone possibile. Fonda quindi altre comunità: i Fratelli Missionari della Carità nel 1963, il ramo contemplativo delle Missionarie della Carità nel 1976 a cui nel 1979 si aggiungono i Fratelli contemplativi; nel 1984 fonda i Padri Missionari della Carità e successivamente i Missionari della Carità laici. Nel 1991 crea il Movimento Corpus Christi per Sacerdoti, ideato come una “piccola via per la santità” per condividere il suo carisma e lo spirito di servizio. Nel frattempo tante personalità celebri la affiancano, ciascuno a suo modo, in questo cammino di servizio nei confronti dei dimenticati: tra tutti Lady Diana, nei cui confronti Madre Teresa svilupperà un affetto materno.

La piccola matita nelle mani di Dio. Madre Teresa e l’operosità. Madre Teresa e la gentilezza, da utilizzare sempre e comunque, chiunque avesse davanti: il Capo di Stato o l’ultimo dei poveri.  Come amava dire lei stessa: <<Le parole gentili possono essere brevi e facili da pronunciare, ma la loro eco è davvero infinita>>. Madre Teresa e la modestia dei grandi, parametro valoriale inarrivabile. La sera del 5 settembre 1997 la Santa dei poveri, provata dalla malattia e dalla fatica, lascia questo mondo. A distanza di ventisette anni la “piccola matita nelle mani di Dio” continua a tracciare infiniti segni d’amore, luminosi come fari nella notte.

<<Ciò che stiamo facendo è solo una goccia nell’oceano. Ma se quella goccia non fosse nell’oceano, credo che l’oceano sarebbe più piccolo a causa di quella goccia mancante. Non sono d’accordo sul modo di fare le cose alla grande>>.

(Madre Teresa di Calcutta)

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