L’infanzia difficile, la voglia di riscatto, il talento immenso. Tre ingredienti che, sapientemente mescolati, hanno trasformato un giovane meridionale di nome Domenico Modugno in Mister Volare, uno degli artisti italiani più conosciuti in tutto il mondo. Trent’anni fa, il 6 agosto 1994, questo artista se ne andava in un’altra dimensione, diventando nel contempo leggenda, icona, sempiterno protagonista di un immaginario collettivo che continua a custodirlo gelosamente. Al netto delle ombre riguardanti la sua vita privata.
Modugno, progresso e tradizione. Una parabola da manuale, quella di Modugno: l’artista nato in Puglia si afferma in Italia e poi corre alla conquista del mondo, forte della capacità di coniugare la tradizione e l’innovazione con un mix che incanta tutti. Arricchisce la tradizione canora italica con moduli musicali esteri, dimostra al mondo una versatilità spiccata indossando anche i panni dell’attore, dell’autore e del conduttore. I brani di questo cantante vengono tradotti in 150 Paesi, l’America lo premia con l’ambìto Grammy. La rabbia che diventa carburante potente, in grado di garantirgli sorpassi continui. In un periodo musicale in cui molti suoi colleghi cantano l’inquietudine, agitata a mo’ di usbergo, Modugno va controcorrente e racconta: <<La canzone è un momento di grande felicità. Non sono d’accordo con i tormenti interiori. Non servono a niente. Io voglio cantare la felicità, anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista. E siccome per adesso non sono né felice né sereno, anzi sono sempre incazzato, per adesso non compongo. Canto. L’amore è la ruota che fa girare il mondo. Il volano che fa vincere i punti morti della vita, la noia, la tristezza, la malinconia, le disgrazie>>.
Il segreto di Pulcinella. Non di sola luce è fatta la vita questo artista, attraversata in verità da fitte nubi oscure relative alla vita privata. Nel 1955 Modugno sposa quella che sarà la compagna di una vita intera, Franca Gandolfi, da cui avrà tre figli: Marco, Massimo e Marcello. Nel 1961 si innamora della ballerina Maurizia Calì: da questo amore nasce il figlio Fabio, che solo diversi anni dopo viene a sapere che Modugno non è solo il padre del suo amico Marcello ma anche il suo. Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, Fabio Modugno racconta: <<All’inizio reagii con enorme sorpresa, poi ho cominciato a indagare e cercare di capire. Quando ne parlavo con i miei amici, notavo un certo imbarazzo. È venuto fuori che lo sapevano tutti, tranne io. Era il classico segreto di Pulcinella>>.
Segue un procedimento legale durato diciott’anni, in esito al quale Fabio ottiene il riconoscimento di paternità. L’amicizia con Marcello (che da semplice amico assurge al rango di fratello consanguineo, avendo i due ragazzi in comune solo il padre) dura fino al 2001, anno in cui un articolo di giornale svela questa paternità segreta. Da quel momento tra le due famiglie cala il gelo. <<Pierluigi Diaco – prosegue Fabio – basandosi su mie confidenze, ad agosto 2001 ha pubblicato un articolo in cui rivelava che ero il figlio di Domenico Modugno. Le cose sono cambiate drasticamente con la famiglia. Hanno fatto scudo, hanno creato un muro e hanno cominciato a dire che me l’ero inventato. Si sono spaventati dello scandalo. Non ho avuto più nessun rapporto con loro, se non tramite gli avvocati>>. Un muro di ostilità tanto ipocrita quanto inutile, a fronte dell’evidenza scientifica: il test del Dna conferma la paternità.
L’impegno sociale. Nel 1973 Modugno non esita a schierarsi a favore del divorzio e in campo estero esprime un’aperta condanna nei confronti della dittatura di Pinochet: quest’ultima presa di posizione varrà il suo inserimento nella lunga lista delle “persone non gradite” in Cile. Nel 1984 viene colpito da un ictus: tutto cambia per sempre. Modugno artista lascia spazio all’attivista che si batte per i diritti delle persone con disabilità e delle persone in stato di detenzione. Famosa la sua battaglia contro il manicomio di Agrigento che nel 1988 chiuderà i battenti proprio a seguito delle denunce di Modugno in ordine alle condizioni disumane in cui versano i pazienti della struttura.
La Rai, in occasione dei trent’anni dalla morte di Modugno, ha dedicato l’intera giornata a celebrare l’artista attraverso una serie di iniziative televisive, radiofoniche e digital, con spazi di approfondimento nelle testate giornalistiche tv e radio. Alle 21.25 su Rai 1 è prevista la messa in onda della fiction dal titolo Volare – La grande storia di Domenico Modugno. Una vita spesa con e per la musica, contro tutto e tutti, inseguendo una rivalsa individuale che ha ben presto assunto un tono collettivo. L’apice, gli applausi, il blu dipinto di blu. La morte che sopraggiunge, improvvisa, dopo una nuotata nel mare di Lampedusa, il suo buen retiro. Come cantava Mister Volare:<<Mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù/Una musica dolce suonava soltanto per me>>.
