Di Andrea – il protagonista di questa bella storia – non conosciamo l’esatta data di nascita. Conosciamo però la data della sua rinascita: 5 agosto 2024. Proprio oggi, infatti, Andrea ha preso servizio presso un’azienda che si occupa di logistica, dopo due anni di vita per strada. Cominciamo dall’inizio, che coincide con la fine della vita precedente. Siamo nell’operosa Milano del 2022: Andrea è un bravo imprenditore di 48 anni che gestisce un ristorante insieme a un socio. Il lavoro assorbe le sue giornate, ma le soddisfazioni morali ed economiche non mancano. Le cose vanno bene, fino a un giorno in cui il destino si capovolge e una vita di impegno e di agiatezza assume i contorni tetri del suo esatto opposto: è il giorno in cui il socio di Andrea decide di fuggire sottraendo 400 mila euro dal fondo comune del ristorante. E’ l’inizio della fine. Andrea si trova a fronteggiare una situazione gravissima, in seguito alla quale perde la sua casa di Monza, acquistata con un mutuo. Decide di trovare riparo presso l’appartamento di sua nonna, ma anche qui c’è una sorpresa amarissima ad attenderlo: l’immobile è stato occupato abusivamente da una famiglia straniera. L’imprenditore non ha più un tetto sopra la testa e non ha nemmeno i soldi per una stanza in affitto. Così si arrende al fato avverso: la sua casa, da quel momento, diventa la strada, precisamente i portici di via Muzio Scevola, nel quartiere Lambrate.
L’inizio della rinascita. Dopo due anni di stenti e di disagi che si fa fatica anche solo a immaginare, avviene un piccolo grande miracolo: tra i tanti sguardi distratti che quotidianamente passano sotto quei portici, in un giorno d’estate del 2024 su quell’uomo dignitoso, accucciato in un angolo, si soffermano gli occhi di un giornalista del Corriere della Sera, che decide di raccontare la storia di Andrea. E da lì, gradino dopo gradino, questa storia ricomincia a girare per un verso più giusto ed equo e scatta nei suoi confronti una meravigliosa solidarietà collettiva. La provvidenza assume dapprima le sembianze di Mirco Gasparotto, imprenditore alla guida di Arroweld Italia, azienda leader nella distribuzione di prodotti industriali; Gasparotto è l’uomo giusto anche perché è al timone di Osa Community, un network la cui missione è proprio quella di supportare gli imprenditori in crisi. Nel giro di poco tempo Andrea ottiene un colloquio di lavoro e pure un contatto con Marco Bestetti, consigliere della Regione Lombardia, per l’inserimento in graduatoria ai fini della futura assegnazione di un alloggio popolare. Non solo: grazie anche alla mobilitazione di privati, l’uomo riesce ad avere i soldi necessari per dormire in un ostello.
L’ultima chiave del mazzo. E arriviamo al 5 agosto 2024, il giorno in cui Andrea smette ufficialmente di essere uno dei tanti invisibili che popolano i bordi delle nostre strade e torna a essere una persona, con un lavoro come operaio in un centro logistico a Liscate (in provincia di Milano) e un tetto sopra la testa, come ha raccontato lui stesso: <<Ho firmato fino al 31 ottobre e, se le cose andranno bene, il contratto sarà rinnovato. Ancora non ci credo. Non sto più nella pelle, è un grande passo verso la rinascita>>. Antonio Guttilla, ceo di Technobuild, l’azienda che ha assunto Andrea, spiega al Corriere della Sera:<<Difficilmente chi cade riesce a rialzarsi da solo, è un falso mito, e lui meritava una chance, ho percepito la sua voglia>>. Essere visti realmente, avere il proprio ruolo, la possibilità di lavarsi con l’acqua corrente, di dormire in un vero letto, tutte cose che diamo per scontate e che tali non sono. La storia di Andrea ci insegna tutto questo e anche il valore della speranza tenace, condensata in una frase di Paulo Coelho, molto cara al protagonista di questa storia a lieto fine: <<Non ti arrendere mai. Di solito è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta>>.
