La musica, il genio, la libertà. Roma celebra Franco Califano, il “Prévert di Trastevere”

Sulla sua lapide campeggia una frase – “Non escludo il ritorno” – ironica e scanzonata, proprio come era lui. Franco Califano sarà per sempre nel cuore di Roma, come Roma è sempre stata nel cuore di questo artista geniale. Il prossimo 14 maggio il quartiere Casale Nei, nel terzo Municipio capitolino, ospiterà un evento dal forte valore simbolico: verrà inaugurata Piazza Franco Califano. Per l’occasione avrà luogo un concerto, a simboleggiare l’omaggio ad uno degli artisti più rappresentativi della Capitale. L’intitolazione della piazza è stata fortemente voluta dal Campidoglio e dalla Fondazione Franco Califano, presieduta da Antonello Mazzeo (suo batterista e amico fraterno), in sinergia con l’associazione culturale Le Officine della Musica. All’inaugurazione saranno presenti rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’assessore alla Cultura Miguel Gotor, oltre a tanti colleghi e amici di questo cantautore che, a undici dalla scomparsa, resta saldamente nel cuore di tutti.

<<Uno spicchio verde della sua Roma – spiegano i promotori dell’iniziativa – lo ricorderà per sempre e ogni giorno, e non soltanto nel cuore di milioni di fan della capitale e del mondo, ma anche guardando un fiore, con una mostra o un evento, o semplicemente attraversando la strada per andare a prendere il bus. Il ‘Califfo’ ha saputo offrire fascino e spunti ulteriori alla romanità, affermandosi come un artista poliedrico caro al cuore di tutti i romani, un personaggio di spettacolo geniale, capace di emozionare intere generazioni>>.

Califano Bertè Martini
Franco Califano con Loredana Bertè e Mia Martini

Le canzoni, poesie in musica. Impossibile menzionare tutti i brani che portano la firma di Califano. Solo per citarne alcuni: Tutto il resto è noia, Io non piango, Un’estate fa, La musica è finita, Io per le strade di quartiere, La mia libertà, Un tempo piccolo… E poi i brani, inarrivabili, scritti per i colleghi: Un grande amore e niente più (per Peppino Di Capri, che con questo brano vinse il Festival di Sanremo nel 1973); E la chiamano estate (per Bruno Martino); Semo gente de borgata e Da molto lontano (per i Vianella); Le ali della gioventù, Che strano amore, Un po’ di te (per Caterina Caselli). E poi la splendida Minuetto, scritta insieme a Dario Baldan Bembo per la voce sublime di Mia Martini.

Villa Solitudine. Intervistato dal settimanale Oggi alla vigilia della fiction con protagonista un superbo Leo Gassmann nei panni di Califano, Antonello Mazzeo ha ricordato l’amico di una vita: <<Califano era inquieto perché voleva essere libero: libero da un lavoro ripetitivo, libero da un legame stabile, libero di creare testi senza contratti lunghi. Quando uscì dal carcere, dopo il processo Tortora – fatemi ricordare che fu assolto -, andò a vivere a Tirrenia con la donna a cui era legato. Un anno dopo, nel 1987, tornò a Roma e io, nel frattempo, mi ero separato. Venne a stare con me perché la sua villa di Primavalle, quella che lui chiamava Villa Solitudine perché accoglieva chiunque fosse in crisi esistenziale, l’aveva data a un amico e non se la sentiva di mandarlo via. È vero, ne abbiamo passate di tutti i colori ma la vita quotidiana non era così sconsiderata: lui, per esempio, amava cenare alle 19,30, tutti insieme, visto che spesso c’erano ospiti. E vorrei dire della sua generosità: non ha mai accettato un euro quando ho abitato nelle sue case. A volte, addirittura, se facevo la spesa mi lasciava i soldi sul comodino e guai a ridarglieli. Quando uscivamo a cena con la nostra band e gli amici, non ricordo volta in cui non abbia offerto a tutti>>.

Il genio e il disincanto. Franco Califano è stato tutto e il suo contrario. Sullo sfondo le sue canzoni, indimenticabili, e quell’inquietudine che lo ha accompagnato per tutta la vita, generatrice di tormento ma anche di fascino indiscusso. Roma, la grande bellezza, le vie di Trastevere brulicanti di turisti e affanni quotidiani. I sogni che svaniscono all’alba. Il disincanto. Come cantava lui:<<Tutto il resto è noia…maledetta noia>>.

<<Sono sempre andato a letto cinque minuti più tardi degli altri,

per avere cinque minuti in più da raccontare>>.

(Franco Califano)

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