Caro Franco, sarai sempre “un essere speciale”… e noi avremo cura di te

Franco Battiato ci ha insegnato la musica, l’amore, la spiritualità, ma non ci ha spiegato come parlare di lui da quando è diventato una parte luminosa di quell’universo che obbedisce all’amore e che lui cantava in maniera unica. Come si racconta Battiato?  Certamente evitando quella retorica da cui lui si è tenuto lontanissimo per tutta la vita, preferendo un misticismo intriso di numinosa e semplice umanità.

Battiato prima di Battiato. Prima di diventare il Maestro (appellativo che detestava) unanimemente osannato, era uno sperimentatore, una sorta di chef musicale in grado di unire tra loro il pop e l’avanguardia. In mezzo lui, con la sua voce unica e l’eleganza con cui si prendeva la scena quasi dando l’idea di volersi nascondere. Lui, nato il 23 marzo 1945 a Ionia, luogo che ora non esiste nemmeno più, almeno nominalmente: proprio nel 1945 fu scorporato dando origine ai Comuni di Giarre e Riposto. Lui, in grado di miscelare l’italiano e l’inglese, l’arabo e il francese, dando vita a brani che restano gemme delicate e potenti, inarrivabili.

La musica come preghiera. Nel 1988 il brano Fisiognomica fa da precursore alla musica come preghiera: Battiato canta infatti <<Ma se ti senti male/rivolgiti al Signore/credimi siamo niente/dei miseri ruscelli senza fonte>>. Nel 1989 registra il brano Oceano di silenzio, composto in collaborazione con la scrittrice Fleur Jaeggy che per l’occasione scrive due testi in tedesco, che Battiato inserisce all’interno della canzone, facendola assurgere al rango di sublime meditazione in grado di commuovere ad ogni ascolto. Nel 1993, all’interno del meraviglio album Cafè de la Paix, Battiato ci regala una perla: il brano Fogh in nakhal (Sulle palme, in italiano), canto tradizionale iracheno interpretato durante un concerto a Baghdad nel 1992.

Franco e Alice. Nel 1980 Franco Battiato incrocia Alice, giovane e magnetica collega, a cui farà interpretare il brano Il vento caldo dell’estate. Ne nasce un sodalizio artistico e umano che non si è interrotto nemmeno alla morte di Battiato. La musica come forma splendida di preghiera: anche su questo i due artisti si intendono profondamente, tanto che in un’intervista rilasciata a Billboard Italia, Alice dichiara: <<Le canzoni sono una forma elevata di preghiera, questo l’ho sempre pensato e già dichiarato più volte. Ci sono in effetti molti brani di Franco che possono essere paragonati a dei salmi contemporanei>>.

La cura. Inutile provare a citare tutti i capolavori del Maestro. Ci limitiamo a citare uno di quelli divenuti un vero e proprio manifesto nei confronti dell’amore: nel brano La cura, pubblicato nel 1996, Battiato canta: <<Ti salverò da ogni malinconia/perché sei un essere speciale/ed io avrò cura di te/Io sì, che avrò cura di te>>. Ecco, caro Franco, questo sei stato e sempre sarai per tutti noi: un essere speciale di cui continuare ad avere cura. Grazie di tutto.

<<Ma se ti senti male,
rivolgiti al Signore.
Credimi siamo niente,
dei miseri ruscelli senza fonte>>
(Franco Battiato – Fisiognomica)

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