Caro Lucio, ci ritorni in mente… e ci manchi tanto

Il 5 marzo 1943 a Boggio Bustone viene al mondo un bimbo di nome Lucio, destinato a grandi cose (il giorno prima un altro piccolo Lucio, parimenti destinato al successo, nasce a Bologna). Lucio Battisti: non un semplice nome e cognome, piuttosto un vessillo d’amore e poesia. Narrazione in musica di gioie e dolori, speranze, cadute e rinascite di tutti noi.

Il 5 marzo Lucio Battisti avrebbe compiuto 81 anni: chissà come avrebbe affrontato il tempo che passa, se un tumore non se lo fosse portato via a soli 55 anni, strappandolo alla famiglia, alla musica, a noi tutti. Avrebbe continuato a vivere in assoluta riservatezza come Mina? Probabile. Fortunatamente di lui ci restano la voce e i sorrisi luminosi e timidi. Lucio, eterno ragazzino che con la sua voce originalissima ha sancito l’inizio di amori e amicizie, la fine di legami che si credevano indissolubili, e ha cantato l’amore oltre l’amore, la vita oltre la vita.

Lucio, cantore d’amore. I brani di Battisti continuano ad essere cantati e suonati, compagni intergenerazionali di vita e di avventura. Citarli tutti è impossibile: Il mio canto libero, Ancora, tu, Con il nastro rosa, I giardini di marzo, Pensieri e parole, E penso a te, La canzone del sole, Sì, viaggiare, Acqua azzurra, acqua chiara, Prendila così, Fiori rosa, fiori di pesco, Dieci ragazze, amarsi un po’, Anche per te, 7 e 40, Non è Francesca, Due mondi, Io vivrò senza te

Battisti e Mogol, sodalizio miracoloso. L’incontro con Giulio Rapetti, in arte Mogol, anima gentile, genio delicato delle parole, segna l’inizio di un successo intramontabile. Lucio e Giulio, due talenti che si mescolano dando vita a brani che raggiungono le vette del sublime e lì restano, inattaccabili e immuni agli attacchi del tempo. Ospite di Fabio Fazio nel 2019, Mogol dice di Battisti: <<Lui era avanti, ascoltava le canzoni dei numeri uno e poi li studiava, analizzava ogni cosa. Lavorava sette ore al giorno per ascoltare musica e per capire>>.  Il loro sodalizio a un certo punto termina nei fatti, ma resta eterno nell’immaginario collettivo.

Lucio e Velezia. Dal 1976 al 1998 Battisti è stato unito in matrimonio a Grazia Letizia Veronese, paroliera e compositrice nota con il nome d’arte di Velezia. Ventidue anni d’amore. Galeotto fu il Festival di Sanremo del 1968. Figura sottilmente controversa, quella di Velezia: alcuni la accusano del prematuro ritiro dalle scene del marito e anche della sua rottura con Mogol (i cui strascichi processuali perdurano tuttora). Dall’amore tra Lucio e Grazia Letizia è nato Luca Filippo Carlo, che ha seguito le orme musicali dei genitori percorrendo un sentiero indipendente e originale che lo ha portato a Londra.

Lucio, l’ultima intervista. Il 18 maggio 1979 Battisti rilascia l’ultima intervista prima di chiudersi in un recinto impenetrabile di riservatezza. Ai microfoni di Giorgio Fieschi, conduttore di Radio Svizzera, il cantante parla dei successi e dei flop, delle ambizioni rispetto al mercato estero e del legame artistico con Mogol, il tutto con ironia, umiltà e semplicità: doti che appartengono solo ai veri grandi. Il resto è storia: il 9 settembre 1998 il ragazzo dal sorriso timido e luminoso ci lascia per sempre a causa di un tumore. Ci lascia senza andarsene mai davvero, alla maniera dei grandi artisti. La sua voce avvolge ancora le nostre vite e segna imperterrita amori e amicizie, legami e dissoluzioni. La vita oltre la vita. La musica, sempre. Grazie, Lucio.

<<E ricoprir di terra una piantina verde

sperando possa nascere un giorno

una rosa rossa>>

(Lucio Battisti)

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