Era solo questione di giorni. Sapevamo che sarebbe successo, e così è stato. Puntuale come ogni anno, ecco l’ennesima storia di finta integrazione che in realtà diventa esclusione. Un “pasticciaccio brutto”, per dirla con Carlo Emilio Gadda, quello che è avvenuto in una scuola veneta e che ha suscitato l’indignazione dei genitori. Siamo ad Agna, borgo di 3.181 abitanti in provincia di Padova: nella scuola primaria “De Amicis” è andata in scena la tradizionale recita natalizia; fin qui tutto normale, si dirà. Il punto, infatti, è che alcuni insegnanti, pur di includere tutti, ma proprio tutti gli alunni (cosa di per sé sacrosanta) hanno finito con l’escludere il protagonista del Natale, cioè il povero Gesù… che nella recita natalizia è diventato “Cucù” (sì, avete letto bene) per non offendere nessuno. Apriti cielo, letteralmente. I genitori dei piccoli alunni sono legittimamente insorti, rivendicando le radici cristiane dell’Italia, cosa che a quanto pare tocca fare ogni anno per contrastare lo zelo di alcuni che non hanno compreso una questione fondamentale: l‘integrazione si basa al più sull’addizione e non certo sulla sottrazione.
Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, con parole che non lasciano spazio a dubbi: <<L’avvenuta modifica in maniera artificiosa di una canzone di Natale nel nome di una teorica voglia di inclusione e rispetto è un grave errore: pensare di favorire l’accoglienza cancellando i riferimenti alla nostra religione, alla nostra identità, alla cultura che da secoli e secoli caratterizza il Veneto è un gesto che non possiamo accettare>>.
E a ben poco sono valse le scuse dei docenti colpevoli di avere trasformato Gesù in Cucù. <<Riconosciamo l’errore e ci scusiamo – hanno scritto i docenti in una lettera aperta – Non era assolutamente nostra intenzione mancare di rispetto ai bambini e alla comunità intera. Tutto ciò che viene fatto nella scuola è sempre a favore della crescita, per una formazione umana, culturale e civile dei bambini. Sottolineiamo il nostro grande dispiacere per questa vicenda. C’è la nostra piena consapevolezza che l‘inclusione si fa non togliendo dei riferimenti religiosi e culturali fondamentali, che peraltro connotano la nostra storia e la nostra cultura. Da sempre si opera con l’intenzione e l’impegno di educare nel rispetto e nella sensibilità di tutti>>.
Ecco, è questo il punto. Il rispetto e la sensibilità, questi sconosciuti. Viva Gesù, abbasso Cucù (chiunque sia). E buon Natale.
